Cashback di Stato: si va avanti, bocciata la mozione di FdI

Tanti contrari e astenuti e pochissimi favorevoli: così cade la proposta di abolizione del Cashback presentata da Fratelli d’Italia. Si lavora, tuttavia, a miglioramenti volti a stroncare i furbi delle micro-transazioni

Il Cashback s’ha da fare. Così è stato deciso durante l’ultima votazione al Senato, atta a validare o meno la mozione presentata da Fratelli d’Italia. Con soli 20 favorevoli e 203 tra contrari e astenuti, la proposta di abolire il Cashback di Stato viene rigettata. Amara sconfitta per il partito, insomma, che tuttavia riesce a strappare la promessa di implementare misure al programma atte a scoraggiare ed escludere tutti coloro che, nel tentativo di scalare la classifica dei fortunati 100 mila che porteranno a casa 1.500 euro, sono ricorsi al meccanismo del micro-frazionamento dei pagamenti.

Il Governo, in ultima istanza, si prodigherà in “una valutazione retrospettiva di costi e benefici in un quadro più generale di riforma e di modernizzazione“.

La mozione, come prevedibile, ha rinfocolato la diatriba che, da mesi, grava sul Cashback e sul Super Cashback. Così, se da una parte Fratelli d’Italia, specificamente nella figura di Giorgia Meloni, denuncia uno sperpero di denaro pubblico che, in un siffatto momento di difficoltà, troverebbe maggiore utilità nell’impiego di ristori destinati alle categorie commerciali più duramente colpite dalla crisi sanitaria, dall’altra la vice ministra dell’Economia e della Finanza Laura Castelli sostiene che il Cashback “si autofinanzia” grazie alle previsioni sul gettito e sui consumi.

Resta da vedere come si potrà concretamente intervenire per colmare le lacune del programma, se i provvedimenti avranno valore retroattivo e se, in generale, il Cashback resisterà fino alla fine del 2021.

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