TIM e WindTre: la nuova frontiera delle rimodulazioni rifiutabili con SMS

rimodulazioni

In questi giorni TIM e WindTre sono protagoniste di una nuova serie di rimodulazioni “rifiutabili” con un SMS: che significa?

TIM scrive “…se vuoi mantenere invariata la tua offerta, invia un SMS gratuito scrivendo INVAR ON al 40916” e WindTre invece “…Puoi mantenere l’offerta attuale inviando il testo NVAR con un SMS gratuito al numero 40400“.

Questa la nuova frontiera delle rimodulazioni che per entrambi i gestori portano ad un aumento del prezzo mensile (+2€) e ad un mutamento dei bundle. Aumenti però “stranamente” rifiutabili inviando un semplice comando via SMS. OK, ma che senso ha? chi accetterebbe mai di pagare di più?

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In realtà per chi come noi guarda fra le righe il senso è presto trovato: per come viene formulato l’SMS non si tratta più di una rimodulazione, che per legge dovrebbe imporre la possibilità di cambiare gestore e/o di disdire il contratto senza penale alcuna, bensì come di una possibilità offerta del gestore. Una possibilità che però viene imposta e che se non la si vuole si deve rifiutare. Insomma un po’ come se al ristorante il cameriere vi portasse piatti da voi non richiesti che o rifiutate o se siete distratti vi ritroverete poi sul conto.

In questo modo, chi dimentica di rispondere perchè magari riceve il messaggio mentre guida/lavora o chissà che altro, perde l’SMS,o semplicemente tace si ritrova ad accettare una modifica contrattuale in modo silenzioso. Insomma la famosa regola del silenzio assenso.

Questa regola però, sembrerebbe non trovare nessuna applicazione e sembrerebbe tra l’altro vietata dall’art. 65 del Codice del Consumo. ADUC e suo avvocato che ha ricevuto tale SMS da WindTre ha già avviato una denuncia ad Antitrust.

Insomma, la fantasia non manca davvero mai, e oggi più che mai bisogna restare attenti e non perdere nessun SMS pena il ritrovarsi con un costo maggiore da sostenere mensilmente. Siamo sicuri che presto ne vedremo delle belle e continueremo a parlare di tale vicenda. Purtroppo.

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