Ricariche speciali: operatori nel mirino di AGCOM, scatta la diffida

Dopo gli interventi di Altroconsumo e Codacons in merito alle ricariche speciali, adesso è il turno di AGCOM: Tim, Vodafone e Wind diffidate per mancata trasparenza

La scia di sanzioni e diffide che negli ultimi mesi stanno colpendo i colossi  della telefonia mobile avanza come un fiume in piena e continua ad ingrossarsi. Questa volta è il turno di AGCOM, che tramite una nota ufficiale ha presentato una diffida nei confronti di Tim, Vodafone e Wind per pratiche commerciali scorrette.

Il nocciolo della questione resta invariato: le cosiddette ricariche speciali violerebbero i principi della comunicazione trasparente a cui ha diritto il consumatore. Stiamo parlando delle ricariche che, previa decurtazione di uno o due euro, attivano all’utente servizi extra di cui spesso ne ignora l’esistenza o, semplicemente, non ne ha bisogno.

Così, al banco degli imputati troviamo la Ricarica Special di Wind, che per i tagli da 5 e 10 euro prevede la decurtazione di 1 euro in cambio di voce e traffico dati illimitati per un giorno, la Giga Ricarica di Vodafone, che al taglio di 10 euro ne accredita 9 e il restante euro viene trattenuto per fornire all’utente 3 GB extra per un mese, e la  Ricarica+ di Tim, che dal taglio di 10 euro ne decurta una per permettere all’utente di partecipare ad un concorso a premi e ottenere una soglia extra di traffico dati.

Tutti e tre gli operatori, inoltre, hanno tagliato a monte la possibilità di ricaricare “tradizionalmente” il proprio credito, facendo sparire i tagli tradizionali da 5 e 10 euro con uguale credito effettivo accreditato sulla SIM. Solo Tim ha mantenuto la possibilità di ricaricare 5 euro, ma solo tramite scratch card.

AGCOM ha quindi considerato gli operatori di aver “generato confusione circa il reale prezzo minutario corrisposto dagli utenti per la fruizione dei servizi di telecomunicazione mobile“, nonché di “determinare un differente trattamento economico con effetti regressivi sulle fasce più deboli,” – specificazione d’obbligo in quanto i tagli più elevati sono rimasti invariati.

Gli operatori hanno adesso 60 giorni di tempo per impugnare la sentenza di AGCOM e ricorrere presso il TAR del Lazio. Per maggiori informazioni, alleghiamo il link alla pagina delle Delibere di AGCOM.

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