AGCOM: Vodafone e WindTre multate per addebiti su piani a consumo

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L’AGCOM ha multato Vodafone e WindTre per alcune modifiche contrattuali che aggiungevano dei costi fissi mensili a SIM con piani a consumo

WindTre e Vodafone hanno ricevuto multe salatissime da parte dell’AGCOM con cifre pari rispettivamente a 696mila euro e 522mila euro. La motivazione dietro queste sanzioni sarebbe da attribuire all’introduzione di costi fissi mensili su schede SIM con un piano a consumo.

WindTre è stata multata a seguito di una modifica contrattuale avvenuta nell’estate 2020. Tale modifica prevedeva un costo mensile fisso di 4 euro con traffico incluso di pari importo per alcuni utenti con piani a consumo. I clienti avrebbero ricevuto così un addebito mensile fisso con un traffico dello stesso valore. WindTre si difese affermando che la variazione di contratto era stata inviata solo ai clienti che usavano una scheda a consumo con l’unico scopo di ottenere un numero di cellulare per poter in seguito utilizzare servizi di messagistica istantanea come Whatsapp e Telegram per chiamate, messaggi e condivisione di file multimediali. L’operatore aggiunse che questa pratica, seppur perfettamente legale, è dannosa per i fornitori di servizi di telecomunicazione a causa della mancanza totale di remunerazione per gli operatori.

WindTre avrebbe quindi aumentato i costi del servizio solo per assicurarsi un minimo di traffico mensile generato dalle SIM con piani a consumo ma l’AGCOM ha reputato scorretta l’interpretazione dell’operatore perchè il contratto è stato cambiato attraverso una modifica unilaterale e senza un’accettazione consapevole dei clienti. L’AGCOM ha sanzionato WindTre con una multa di 696mila euro.

Discorso simile è accaduto anche per Vodafone. Tra il settembre 2019 e gennaio 2020, molti clienti con piani a consumo mai utilizzati o inutilizzati da tempo hanno ricevuto addebiti con la voce “internet abbonamento” e con un addebito mensile di 5 euro. Vodafone si è difesa affermando che l’aver sottoscritto un’offerta a consumo non implica che questa non debba prevedere dei costi per l’operatore.

L’AGCOM tuttavia ha fatto notare che la modifica contrattuale non è avvenuta come modifica unilaterale concessa nei casi previsti dalla legge, ma ha incluso dei nuovi elementi che hanno di fatto prodotto una vera e propria novazione del contratto.

L’AGCOM ha quindi sanzionato Vodafone con una multa di 522mila euro.

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