iPhone rallentati di proposito, sanzione da capogiro per Apple

Class action contro Apple, Altroconsumo chiede un risarcimento di 60 milioni di euro per aver intenzionalmente limitato le prestazioni di oltre un milione di dispositivi

Le conseguenze di quello che nel 2017 venne definito battery-gate arrivano anche in Italia e si prospetta una sanzione salata quella che potrebbe dover essere pagata dalla casa di Cupertino.

La vicenda risale a quattro anni fa, quando alcuni dispositivi della serie 6 iniziarono a presentare delle anomalie in materia di usura della batteria. Per ovviare alla questione, Apple inserì all’interno di un aggiornamento una sorta di “limitatore di prestazioni”, che si attivava automaticamente in presenza di batterie eccessivamente logorate per impedire al dispositivo di spegnersi improvvisamente.

Milioni di clienti italiani furono perciò costretti a sostituire la batteria per ovviare a questo limitatore, con una spesa compresa tra le 29 e le 89 euro pro capite.

Recentemente, a seguito di controlli effettuati da parte dell’Antitrust italiana, è emerso che la pratica adottata da Apple avrebbe favorito un’obsolescenza programmata dei suoi dispositivi. D’altra parte, la nota azienda americana ha sempre dichiarato fermamente la propria estraneità ai fatti, ma ciononostante in America pagò comunque un risarcimento di oltre 500 milioni di dollari.

In Italia la questione è passata nelle mani di Altroconsumo, che avrebbe riunito una class action per chiedere circa 60 milioni di euro di risarcimento, atti a compensare le spese sostenute dai clienti per la sostituzione della batteria, indispensabile a ripristinare le corrette prestazioni degli iPhone. I modelli interessati sarebbero quelli della serie 6, e quindi iPhone 6, 6 Plus, 6S e 6S Plus, che in Italia, dal 2014 al 2020, contano oltre un milione di unità vendute.

La risposta di Apple non ha tardato ad arrivare, presentandosi analoga a quella fornita alle autorità americane del 2017. L’azienda ribadisce la propria estraneità ai fatti e dichiara di non aver mai cercato di accorciare intenzionalmente il ciclo vitale dei suoi dispositivi ma che, al contrario, l’obiettivo sia sempre stato quello di garantirne la funzionalità il più a lungo possibile.

Restiamo in attesa di ulteriori sviluppi.

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