Vodafone, TIM e Wind multate dall’antitrust

Problemi per Vodafone, TIM e Wind multate dall’antitrust per pratiche commerciali scorrette

Vodafone, TIM sono state sanzionate dall’Autorità garante della Concorrenza per aver adottato pratiche commerciali scorrette per i così detti “servizi di reperibilità”, mentre Wind a causa di servizio oneroso denominato “Service card”. Cerchiamo di capire meglio insieme di cosa stiamo parlando:

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Continuano le sanzioni ai danni di Vodafone e TIM che saranno costrette a pagare rispettivamente 500 mila e 400 mila euro di multe a causa dei cambiamenti effettuati nei servizi di reperibilità resi a pagamento a spese dell’utente. Stiamo parlando infatti dei servizi  “Chiamami” e “Recall” per Vodafone e “Lo sai” e “Chiamaora” per TIM. Essi sono diventati a pagamento recentemente quando erano stati erogati sempre in forma gratuita.

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La contestazione sta proprio in questo: di fatto tutti gli utenti, sebbene fossero stati avvertiti del cambio di politica e avendo comunque la possibilità di disattivare tali offerte in qualsiasi momento, si sono ritrovati a dover pagare un servizio che non hanno mai richiesto ma che tuttavia era “compreso nel pacchetto” quando si acquistava una sim da tali operatori. Ai sensi del Codice del Consumo, queste condotte sono state ritenute pratiche commerciali aggressive, consistenti in forniture non richieste.

Per Vodafone inoltre sono previsti altri 150 mila euro di multa per una violazione dei diritti previsti dallo stesso Codice in attuazione della direttiva europea “Consumer Rights” che riguarda di fatto le sim commercializzate dopo l’entrata in vigore della nuova normativa. L’operatore è accusato di aver adottato una modulistica che prevede l’acquisizione implicita del consenso del cliente a sostegno del costo supplementare per i servizi di reperibilità.

Per quel che riguarda Wind invece costretta a pagare una multa di 250 mila euro a causa del servizio a pagamento “Service card”. Si tratta, secondo l’Autorità garante della Concorrenza, di una pratica aggressiva che consiste nell’avere esercitato una pressione tale da limitare considerevolmente la libertà di scelta e di comportamento dei consumatori. Ma le sanzioni Wind non finiscono qui, di fatti in relazione alla distribuzione degli elenchi telefonici cartacei, essa è stata sanzionata per l’omissione della possibilità di rinunciare alla fornitura degli elenchi. Altra multa pertanto di 95 mila euro per l’omissione informativa e di 100 mila euro per la violazione dell’art. 65 del Codice del Consumo riguardante i nuovi abbonati.

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